Salta al contenuto principale

Lettera di ringraziamento

A seguito del mio ricovero presso il vostro Ospedale nella scorsa settimana ,vorrei evidenziare e sottolineare con immenso piacere quanto mi avete meravigliato sotto tutti gli aspetti
A partire dal Professore Rocco, non solo molto competente ma anche di una sensibilità umana molto significativa.
Il Professore Bianchi ,che nei suoi giri consueti nelle corsie si è sempre mostrato attento e sicuro dei suoi collaboratori.
I1 Dottor Mofferdin,si è mostrato attento e premuroso per quanto avevo necessita’ di cure con una gentllezza significativa ed esemplare.
I medici , tutta la squadra di infermieri e non , si sono dimostrati molto competenti , premurosi ma con unapazienza infinita , il futto contornato da una gentllezza molto spiccata.
Vorrei ringraziare tutti indistintamente per quanto ho ricevuto da Voi sia professionalmente che umanamente.
Credetemi per un malato, in quel momento, ha una importanza molto rilevante.

17/02/2017 Burattinello Silvio

Ringraziamento al dott. Bernardo Rocco

Estrema professionalità, efficienza e competenza, esperienza generazionale e anche grande umanità.
Il Dott. BERNARDO ROCCO, senza facili promesse ma nel rigore della verità che ha saputo immediatamente interpretare, mi ha diagnosticato un tumore alla prostata che – dopo accurati ma veloci esami diagnostici – ha rimosso radicalmente con un intervento robotico magistrale.
Il tutto in meno di un mese dalla scoperta.
Questa mia testimonianza non vuole essere solo un tributo al DOTT. BERNARDO ROCCO, ma soprattutto un messaggio per coloro che, come me, nel bel mezzo della vita, scopre una malattia che – per quanto ancora asintomatica – aveva già rivendicato una sua territorialità.
E’ ancora per coloro che ritengono che la vita sia un cantiere aperto, ma in realtà non lo è più.
E’ infine per chi, come me ma come credo tutti, ama la vita e in essa ripone ancora tanti ideali e aspettative.
A Lei, Dott. BERNARDO ROCCO, la mia stima e gratitudine, assieme alla mia famiglia e ai miei bambini, per quanto ha saputo fare in un momento difficile della mia vita.
A voi tutti, fate la prevenzione e affidatevi al meglio, come ho fatto io.

30/06/2015 FABRIZIO LAMANNA

Nefrectomia Radicale in chirurgia robotica

Grande competenza con uno sguardo attento verso i pazienti. Lo staff medico ti coccola in tutte le fasi della degenza. La capacità organizzativa del reparto è sempre accompagnata dal buon umore e dalla voglia di dare piena sicurezza ai pazienti, anche a quelli meno “pazienti”. Non vengono mai trascurate le informazioni necessarie ai parenti senza mai assumere atteggiamento distaccato. Una eccellenza ed un fiore all’occhiello della Sanità Pubblica che andrebbe esteso in tutte le strutture nazionali.
Patologia trattata
NEOPLASIA RENE SX.

08/04/2014 Giuseppe Alberghina

Adenocarcinoma prostatico

Vorrei segnalare e ringraziare di cuore il reparto di urologia “Cesarina Riva” per la grande competenza e professionalità. Medici esemplari capitanati dal prof. Rocco, persona qualificata e soprattutto umile come tutto lo staff medico. E’ proprio vero, si è grandi medici se si è grandi uomini!!!
Grazie per avermi ancora lasciato il sorriso!!!
Patologia trattata
Adenocarcinoma prostatico.

20/05/2014 Alfonso Monaco

Io, il cancro alla prostata e la prostatectomia robotica

Tutto è iniziato qualche mese fa, con un nuovo amore, una passione intensa e inattesa. È ora di affrontare i piccoli problemi dei sessant’anni mi dico: un vigore non proprio eccellente, quella fastidiosa frequenza nell’urinare.

Vado dall’andrologo, è la prima volta nella mia vita. Il professor Gentile mi accoglie con un sorriso complice e mi ascolta con attenzione. Non deve preoccuparsi, sono cose normali, talvolta anche in uomini più giovani di lei dice. A proposito, già che c’è lo facciamo un PSA? Sono due anni che non lo faccio, mi vergogno a dirlo e, di lì a poco, mi renderò conto di quanto sono stato sconsiderato nel trascurare quel semplicissimo test.

PSA alto. Cura antinfiammatoria inefficace. Biopsia. È cancro, a basso rischio per fortuna.

La via migliore, considerata la mia età e le mie buone condizioni fisiche, è la prostatectomia: il professor Gentile ne è convinto e quasi mi convince. In realtà sono terrorizzato. Impotenza e incontinenza, i due spettri di questa chirurgia, fanno breccia nella mia testa confusa.

Per il mio lavoro ho una lunga frequentazione di sale operatorie, ospedali, malattie di ogni tipo: sono regista e, per vent’anni, ho realizzato un programma sulla salute. Scaccio gli spettri e mi metto a pensare.

Sono un fan della chirurgia robotica fin da quando, con lo scopo di registrare una puntata del programma, nel 2010 ebbi l’occasione di andare al 2° Congresso di Chirurgia Robotica a Chicago, presidente un grande italiano, il prof. Pier Cristoforo Giulianotti. La chirurgia robotica, avevo sempre sentito dire ed allora ne ebbi la conferma, è selettiva, funzionale, minimizza le conseguenze. Lo spero veramente ora, perché sono determinato a farmi operare in quel modo.

Attraverso un breve quanto frenetico giro di telefonate arrivo al dottor Bernardo Rocco. Lo chiamo al cellulare, mi da appuntamento dopo qualche giorno nel suo studio di Milano.

Mi accoglie con una stretta di mano salda e decisa; bene, a un chirurgo servono le mani ferme penso. Bernardo Rocco illustra le possibili vie per affrontare la mia malattia; alla fine del colloquio una conferma, la strada per la guarigione dal cancro è sicuramente chirurgica. Mi rassicura sui “danni collaterali”. È sintetico, affabile, chiaro e convincente. Fissiamo la data dell’intervento. Torno a Roma sotto una pioggia battente.

Dopo qualche settimana mi ricovero. Il padiglione Cesarina Riva sembra una clinica privata. Cordialità e pulizia, competenza e chiarezza, si mangia bene e ogni domanda ha una sua risposta, salvo una che non faccio: come sarà dopo? L’ultima notte, prima dell’intervento, quella domanda mi assedia la testa, poi mi addormento.

Esco dal nulla dell’anestesia e vedo di fronte a me il volto sorridente e sereno dell’anestesista. Signor Borelli, si ricorda? È stato operato di prostatectomia, si ricorda? Si, me lo ricordo. E adesso?

Poche ore dopo Bernardo Rocco è al mio capezzale, è andato tutto bene dice, e fa un gesto rassicurante con le mani quando parla dei fasci nervosi, i miei, quelli che è riuscito a conservare. Ma non deve stare a letto, domani si deve alzare, deve camminare dice. Ed io: quattro passi in corridoio li faccio. Anche otto, sedici mi risponde e sorride. Mi dà coraggio, lo prendo in parola. Il giorno dopo gli infermieri mi prendono in giro perché consumo il corridoio a forza di camminare.

La ripresa è rapidissima e domenica sono a spasso. Il catetere si sopporta. Sono passate nemmeno novantasei ore da quando ho lasciato la sala operatoria.

Emergo dalla Metropolitana, le note di George Shearing nelle cuffie. Il Duomo, la piazza affollata e una mostra di Munari. Sono fortunato, un artista tra i miei preferiti. Visito la mostra con il piacere del reduce, una esagerata percezione di chi è scampato alla catastrofe. Non posso fare a meno di trasmettere questa gioia al dottor Rocco.

Ora sono tornato a casa. Sono passate trecentododici ore da quando sono uscito dalla sala operatoria e la continenza è quasi perfetta, nessun dolore, nessun fastidio, salvo quello di aspettare ancora per fare un po’ di ginnastica.

Il dottor Rocco mi dice al telefono che per il sesso c’è da avere pazienza, che devo riprendere al più presto ma con calma e senza ansie, solo quando me la sentirò.

Meglio, il nuovo amore è fuggito, come il pesce spada femmina, ed io avrò tutto il tempo per trovarne un altro.

Fabrizio Borelli
Iscriviti a