Cos’è il pavimento pelvico?
Il pavimento pelvico è l’insieme dei muscoli che chiude inferiormente la cavità addominale.
È costituito da diversi fasci muscolari che sono attraversati dall’uretra (il canale che porta l’urina dalla vescica all’esterno) e dal canale anale. Immaginiamo un’amaca costituita da diversi fasci muscolari, interrotti nella parte centrale da alcuni buchi che sono attraversati da uretra e canale anale. Il corretto funzionamento di questi muscoli garantisce un’ottimale funzione urinaria, sessuale e defecatoria.
Cosa succede dopo un intervento di prostatectomia radicale per tumore della prostata?
Durante la rimozione della prostata, i fasci muscolari vicini all’uretra ed alla prostata, subiscono delle trazioni inevitabili. A causa di queste trazioni e di un transitorio danno di alcuni nervi, la ripresa della completa continenza urinaria dopo l’intervento potrebbe essere compromessa. Nonostante gli indubbi miglioramenti apportati dalla chirurgia robotica, questo periodo di incompleto controllo dello stimolo minzionale rappresenta un rallentamento nel processo di guarigione fisica e psichica a seguito del trattamento del tumore prostatico.
A cosa servono gli esercizi del pavimento pelvico?
A migliorare la contrazione dei muscoli del pavimento pelvico e la loro coordinazione con gli altri segmenti muscolari, in particolare quelli coinvolti nella respirazione. Questo consentirà un più facile e rapido recupero della continenza urinaria. Il lavoro muscolare richiede un paio di sedute alla settimana sotto la guida di un fisioterapista coadiuvato da un medico specialista. Durante le sedute, si acquisiranno dei movimenti che dovranno essere ripetuti al domicilio per circa 10 minuti 2 volte al giorno.
È corretto eseguire gli esercizi a casa?
Eseguire gli esercizi a casa è indispensabile, così come serve una buona motivazione. Tuttavia, gli esercizi fai da te sono spesso dannosi. Quelli del pavimento pelvico sono muscoli di cui abbiamo una scarsa consapevolezza e che spesso usiamo in modo poco coordinato. Senza la guida di un riabilitatore, il rischio è di eseguire dei movimenti sbagliati che peggiorerebbero la coordinazione muscolare invece che migliorarla o che addirittura porterebbero alla problematica opposta, la ipercontinenza.
Si utilizzano delle macchine particolari?
In alcuni casi, per migliorare in modo selettivo il lavoro muscolare, si utilizzano delle piccole sonde anali (delle dimensioni di una matita), collegate ad un monitor che emette un segnale alla corretta contrazione del muscolo che dobbiamo riabilitare. Si realizza quindi quello che viene chiamato biofeedback: il nostro corpo ci rimanda un segnale interpretabile attraverso altri sensi, in questo caso la vista. Attraverso la stessa sonda, è poi possibile allenare il muscolo in modo passivo attraverso piccoli impulsi energetici che non provocano dolore (elettrostimolazione).
Esistono delle controindicazioni?
Nelle mani esperte, con le giuste indicazioni la riabilitazione è uno strumento valido, sicuro ed efficace per la precoce e corretta ripresa della continenza urinaria dopo trattamento chirurgico per tumore prostatico.