L’idrocele consiste nell’ingrossamento di uno o di entrambi i testicoli, a causa di eccessivo accumulo di liquido sterile dentro la tunica vaginale (così è chiamata la membrana che avvolge il testicolo); il liquido, prodotto normalmente per consentire lo scorrimento del testicolo, non riesce ad essere riassorbito e ristagna fra il testicolo e la tunica, provocando un rigonfiamento più o meno grande.
L’idrocele è un disturbo abbastanza comune, tanto che si calcola che circa un maschio su 10 abbia un idrocele che tende a scomparire autonomamente entro il primo anno di vita.
Non è causa di grandi problemi e non è una malattia preoccupante e spesso anche le cure risultano (se non si incorre in complicazioni) piuttosto semplici.
1. CAUSE
Le cause dell’idrocele sono sconosciute; comunemente l’idrocele è congenito.Talvolta, invece, l’idrocele è secondario a processi infettivi o infiammatori, che alterano la produzione del liquido che si trova nella sacca vaginale. L’infiammazione dell’epididimo o del testicolo provoca un’iperproduzione del liquido, che non riesce più a essere riassorbito completamente. In altri casi, si ipotizza che l’insorgenza dell’idrocele sia facilitata da un’ernia inguinale congenita, che permette il passaggio di una piccola parte di intestino nel canale inguinale e a volte nello scroto. Solo in rari casi, l’idrocele compare in seguito a cancro testicolare.
2. FORME DI IDROCELE
L’idrocele può essere:
– Primario: quando non è causato da altre patologie;
– Secondario: quando insorge in concomitanza o successivamente ad altre patologie quali ernia inguinale, infezioni, cancro testicolare.
3. SINTOMI
L’idrocele compare di solito in individui adulti con età maggior di 40 anni e, in qualche caso, entro il primo anno di vita (in questo caso l’idrocele tende a scomparire spontaneamente).
Il sintomo più evidente è il rigonfiamento a livello scrotale, da una parte o da entrambe; il rigonfiamento non è causa di dolori ma il volume della sacca scrotale può raggiungere i 10-15 centimetri di diametro.
L’idrocele, se non si ingrossa troppo, non interferisce con le funzioni sessuali e non è causa di sterilità.
4. TRATTAMENTO
A meno che non compaia entro il primo anni di vita, l’idrocele non può guarire da solo. Per eliminare l’idrocele è necessario l’intervento chirurgico. Se l’idrocele è secondario è prima opportuno intervenire sulla malattia che l’ha causato, per poi procedere con l’operazione. L’operazione deve essere eseguita anche quando l’idrocele primario congenito non si riassorbe entro il 3°/4° anno di vita del bambino.
L’intervento chirurgico può essere svolto in anestesia locale, totale o spinale e ha una durata di circa 20 minuti e prevede un’incisione di pochi centimetri a livello scrotale.
L’idrocele può essere asportato anche tramite aspirazione del fluido. Questo tipo di intervento, però, aumenta i rischi di infezioni e di recidive, molto più rare nell’operazione chirurgica. L’aspirazione viene effettuata soltanto nei casi in cui l’operazione risulti rischiosa a causa di ulteriori problemi estrinseci del paziente (allergia ai farmaci, all’anestesia, problemi cardiovascolari…).
Dopo l’operazione potrebbe essere necessario indossare un sospensorio per qualche tempo e fare impacchi con ghiaccio nelle 24 ore successive all’intervento.
È vero che...
– è vero che l’idrocele può aumentare nel tempo.
– è vero che l’idrocele non guarisce spontaneamente. Può infatti regredire parzialmente nel tempo, ma la risoluzione completa può avvenire solo con l’intervento chirurgico.
Non è vero che...
– non è vero che l’idrocele ha ripercussioni a livello del testicolo. Infatti, è una patologia che interessa la tonaca che riveste il testicolo, senza però danneggiarlo.
– non è vero che l’idrocele può determinare deficit nella funzionalità sessuale.